mercoledì 4 luglio 2007

Le nuove sfide del made in italy.

Pensieri e spezzoni di articoli tratti da Millionaire di gennaio 2007.

Da alcuni anni si parla di “crisi del sistema Italia”, molte imprese Italiane stanno vivendo un momento difficile a causa di una concorrenza dettata da prezzi bassissimi dei prodotti e perdita del valore del denaro. Ma oggi cosa può fare una azienda per contrastare questi fenomeni ed uscire dalla crisi?
Questa è la domanda che molte aziende si stanno ponendo, bisogna assolutamente trovare una risposta a questo quesito, altrimenti il cammino è segnato, non possiamo stare inermi sperando che la situazione migliori, ma dobbiamo prendere coscienza della situazione, studiarla e trovare un rimedio efficace. Ma come? Su questo argomento si è dibattuto, scritto ed ancora dibattuto. Leggendo da varie fonti però una risposta comune si può trovare. Riporto alcuni spezzoni di una inchiesta del mensile “millionaire” che secondo noi racchiude il nostro pensiero e il nostro modo di agire.
Come uscire dalla crisi?
Il miracolo del nostro Paese è proprio questo: abbiamo un patrimonio di piccole imprese che hanno dimostrato di saper uscire dalle crisi, non solo quelle dei quotidiani gap, ma anche dalle più pesanti frenate congiunturali, con le proprie gambe, con il coraggio delle proprie idee. Viviamo di idee, e non una nella vita e basta, ma una al giorno e quella di oggi deve essere più innovativa di quella di ieri, altrimenti il mercato ci taglia fuori. Viviamo di uomini, la vera forza delle nostre imprese, e di servizi al cliente: le imprese che hanno tenuto e sono riuscite a reggere, vincendolo, il confronto con la concorrenza globale sono proprio quelle che hanno saputo innovare puntando su prodotti a misura di cliente.
<…>
Come si combatte la globalizzaizone?
Serve una nuova consapevolezza delle potenzialità dell’Italia. Abbiamo grandi ricchezze: il gusto, l’estetica diffusa, la qualità della vita. La globalizzazione si combatte con la nostra cultura, anche per generare prodotti che non sono culturali.
<…>
Internet, in questo senso, un rischio?
Internet rappresenta una grande opportunità perché incrementa il rischio! Ha portato alternative nell’organizzazione del lavoro e una diffusione di prestazioni che prima non c’erano. L’articolo che scrivo ora, stasera può essere diffuso in Brasile: si moltiplica il numero di potenziali lettori, ma io devo produrre un articolo che interessi più persone. Il negoziante tradizionale non può competere con internet per il prodotto, ma può farlo con il servizio. L’allargamento dell’accesso a strumenti culturali si è rivelato una strategia vincente per le edicole, quando gli editori hanno lanciato la vendita abbinata di giornali, libri, dischi. Conseguenze: caduta dei prezzi dei libri, grandi numeri per gli editori di periodici. E problema per gli editori e per i librai. Ecco che la libreria si deve trasformare in un punto di consulenza, di socializzazione, di fornitura di servizi accessori (prenotazioni di spettacoli, mostre, tour), di accesso a internet per velocizzare le richieste di libri o riassortimenti. Persino in punto “stampa al momento” di periodici da tutto il mondo. Nei negozianti tradizionali servono logica e competenze diverse. In Puglia, per esempio, si è verifica un fenomeno: le vecchie botteghe, dove si mesceva vino e si offriva uno spuntino, erano diventate bar. Ma anche questo business è limitato. Ecco che le vinerie tornano a offrire vino e cibo. Ma hanno aumentato il contenuto di qualità e puntano sulla socializzazione e sulla diffusione culturale sul prodotto.
Insomma: più qualità, prestazioni più specifiche e universalizzazione dell’accesso.

Nessun commento: